EUSKEL ANTIQVA Le Legs musical du Pays Basque

Alia Vox Diversa

17,99


Riferimento: AVSA9910

  • ENRIKE SOLINÍS

Euskal Herria, termine che identifica il popolo che ha l’euskera come propria lingua. Noi, invece, abbiamo preferito utilizzare “Euskel” a differenza del convenzionale “Euskal”, giacché il fatto di apparire in questa maniera nel manoscritto del XVI secolo di Juan Pérez de Lazarraga, ci invita a pensare come, in certa misura, le parole varino al trascorrere del tempo e nonostante questo, il fondo a cui si riferiscono, in questo caso il popolo che ha una lingua comune sulla quale si struttura un mondo socio-culturale particolare, continui a essere sempre lo stesso.


Euskal Herria, termine che identifica il popolo che ha l’euskera come propria lingua. Noi, invece, abbiamo preferito utilizzare “Euskel” a differenza del convenzionale “Euskal”, giacché il fatto di apparire in questa maniera nel manoscritto del XVI secolo di Juan Pérez de Lazarraga, ci invita a pensare come, in certa misura, le parole varino al trascorrere del tempo e nonostante questo, il fondo a cui si riferiscono, in questo caso il popolo che ha una lingua comune sulla quale si struttura un mondo socio-culturale particolare, continui a essere sempre lo stesso.
Ricca e diversa come nessun’altra, l’arte basca ci ha lasciato soprattutto molta musica popolare. Il popolo basco è estremamente musicale, ed è questa una delle ragioni per le quali la musica antica rappresenta uno dei mezzi più validi per portare il lascito basco nel mondo. Un mondo di etichette peggiorative, che così, ingiustamente, non ha saputo mettere in luce molti popoli di grande profondità musicale, ma estranei alla frenesia classificatoria universale. Questa nuova finestra sul mondo della cultura che si fa chiamare “musica antica” ricupera le musiche e le letterature di altre epoche, facendo intravvedere molte volte come lo strato colto e quello popolare siano in grande misura vissuti insieme, ed evidenziando, questo va detto, che la musica cosiddetta antica è figlia naturale della musica popolare. L’ampiezza e la varietà del canzoniere basco, le espressioni artistiche come la letteratura, la danza, la pittura o il bertsolarismo, oltre che – come no? – la stessa musica colta, sono in pieno contrasto con la loro scarsa presenza in determinati circoli artistici, ai quali avrebbero il diritto di appartenere. La cultura basca è stata da sempre pioniera nell’arte, a dispetto di quanto molti hanno pensato. In campo musicale, per esempio, già nel secolo XIV essa mise il suo granellino di sabbia nello sviluppo della notazione musicale, ed è certa l’esistenza di grandi compositori già nel rinascimento, come Antxieta, Bizkargi e altri. In letteratura, l’esistenza di una lirica euskaldun varia e rinascimentale (Etxepare, Lazarraga, Leizarraga) è poco conosciuta, ma non per questo meno reale.
L’impegno che nell’Euskal Barrokensemble abbiamo preso con noi stessi e con la nostra cultura, ci spinge a tentare di presentare una visione di Euskel Herria cosmopolita, legata al mondo, un popolo che si è composto, nel corso di molte epoche, di musulmani, ebrei, cristiani…, il cui riflesso nella lingua e nell’arte è evidente, ed è situato nel centro di quella strada maestra dell’arte in Europa che fu il cammino di Santiago. Un popolo dalle singolarità evidenti, come quella di possedere una delle lingue più inclassificabili e antiche del mondo, degli strumenti musicali tanto simili e allo stesso tempo differenti da quelli dei popoli che lo circondano, e che sviluppò la sua arte da principio nella stessa misura dei vicini di allora. Questa è l’immagine che vogliamo interpretare, della nostra cultura. Un’arte basca collegata alle correnti europee in voga in altri tempi, molte volte in anticipo sul suo tempo e molte altre addormentata nel proprio naturale ostracismo. Una cultura che nel rinascimento ancora viveva senza averlo assimilato un cristianesimo dell’ultima ora che contrastava fortemente con il suo “modus vivendi” e le sue credenze ancestrali. Un popolo con determinate espressioni artistiche che, nonostante abbia nella tradizione orale la sua massima manifestazione, non può non valorizzare i molti esempi di cultura scritta che possiede, tanto in campo letterario quanto in quello musicale. Vivere dentro alla cultura basca significa poter godere della meraviglia dell’arte basca, approfittare di tutti i suoi artisti e delle loro particolarità, e sapere inoltre camminare per il mondo godendo e assimilando altre culture, mescolandoci con esse.
Non possiamo non menzionare lo sforzo che hanno fatto tutti gli artisti che hanno preso parte a questo progetto, che evidentemente non si sarebbe potuto realizzare senza il loro talento e il loro sacrificio personale. Noi di Euskal Barrokensemble ci sentiamo debitori per le consegne e la speranza che ciascun artista vi ha depositato. Un’arte totalmente altruista e spesa nella ricerca della nostra felicità. Eskerrik asko.

Ringraziamenti:
A Izaskun, Klarita e la compagnia dell’eremo di San Biagio di Tolosa.
A amama, aitite, amona, Kontxi, Irene e Juantxo.
A Kristina Martija, Patri Urkizu, Jon Bagües, Eresbil (Archivio basco della musica), Istituto Etxepare e Governo Basco.
E a tutti coloro che con il loro aiuto e la loro collaborazione hanno reso possibile questo lavoro.

ENRIKE SOLINÍS & MIREN ZEBERIO

Traduzione: Luca Chiantore / Musikeon.net

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